Gli anni 70

Assassinio di Walter Tobagi

Al link in basso segue il resoconto - pubblicato sulla piattaforma digitale "Una bella storia" (https://www.unabellastoria.com/) - del progetto di alternanza scuola-lavoro "Gli anni 70: l'assassinio di Walter Tobagi".

Calendario civile: gli anni ’70 – Gli studenti raccontano l’assassinio Walter Tobagi.Il suono dello sparo rimbomba in una via di Milano il 28 maggio 1980: l’assassinio di Walter Tobagi, giornalista, marca una data cruciale per la fase terminale di quelli che sono stati chiamati – in modo improprio- gli “anni di piombo”. Questo efferato atto rappresenta un punto fondamentale per capire l’attacco alle libertà da parte di terroristi che agivano in base a una perversa idea di “rivoluzione” tanto che è stato ripreso nel corso degli anni da altri media quali il cinema (Una fredda mattina di maggio per la regia di Vittorio Sindoni) e fumetti (anche Valentina di Guido Crepax ne legge la notizia sui quotidiani nell’episodio Alfabeto muto). Ma, come gran parte della storia repubblicana più recente, l’eco di quelle violenze si è affievolito fino quasi a sparire nella memoria delle giovani generazioni. Il progetto Calendario civile: gli anni ’70, curato dall’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Parma all’interno di un percorso di alternanza scuola-lavoro in collaborazione con il Liceo classico “G. D. Romagnosi e il Liceo scientifico “G. Marconi”  e sostenuto dalla Fondazione Cariparma, ha provato a mettere in dialogo gli studenti con questi anni. I partecipanti – provenienti dalle ultime classi dei due istituti- si sono divisi in due gruppi legati a particolari casi studio: l’omicidio Tobagi e la strage di Bologna. Per quanto riguarda il primo formato da studenti della IV O del Marconi, a seguito di un periodo di formazione e didattica in cui hanno incontrato storici esperti sul tema e una testimone d’eccezione (nonché storica a sua volta) come Benedetta Tobagi, figlia di Walter, ai partecipanti è stato chiesto di organizzare un incontro pubblico in cui rielaborare, in maniera personale e attraverso qualsiasi modalità d’espressione, le loro riflessioni su questo fatto così vicino cronologicamente ma anche cosi lontano dalla loro sensibilità. La restituzione finale, che ha avuto luogo nell’aula magna del Liceo Scientifico “G. Marconi” il 30 maggio 2018, è stata introdotta da interventi del prefetto di Parma Giuseppe Forlani, del dirigente scolastico Adriano Cappellini, il Presidente Isrec Attilio Ubaldi e del Direttore dell’Isrec Marco Minardi. La restituzione scenica era articolata in unità autonome che tuttavia insieme ricostruivano un quadro completa della violenza e della cultura di quegli anni: raccordate da canzoni dell’epoca, gli studenti hanno illustrato il contesto storico e sociale degli anni 70 (Jora Ndreu e Virginia Monica), il racconto della vicenda e degli atti processuali (Valeria Dogotec e Chiara Maccaferri), simulato un dialogo immaginario tra un giovane di allora e uno di oggi (Andrea Chiesa, Francesca Garritano e Alice Ferrari)  e presentato considerazioni finali sul tema della giustizia e del perdono, terminando con una serie di domande aperte rivolte al pubblico (Anna Butnari e Catalina Melnic). A conclusione dell’incontro, alcuni docenti hanno riflettuto su come e cosa significhi insegnare oggi la storia degli “anni di piombo”. In una riflessione degli studenti: “Sarebbe ingiusto parlare degli anni ‘70 limitandosi alla violenza; sono stati anni segnati da importanti riforme nella società italiana: l’approvazione del nuovo diritto di famiglia, delle leggi sul divorzio e sull’aborto e tra le altre la legge Basaglia che portò alla chiusura dei manicomi. Sono anni in cui il fermento culturale si esprime nella musica internazionale ma non di meno in quella italiana dove Fabrizio De André racconta nelle sue canzoni la società di quegli anni.” Questo progetto ha provato a colmare il divario che separa questi ragazzi dal nostro passato più recente che, per una serie di ragioni complesse, risulta a loro più sconosciuto di quello remoto. Perché la vicenda di Tobagi è l’immediato passato della società nella quale viviamo e l’eco di quello sparo risuona come un monito nelle nostre orecchie: nelle parole degli studenti Walter “era un uomo appassionato a quello che faceva, cercava sempre di dare il meglio nel comprendere e diffondere i fatti, ma è proprio questo suo amore per la scrittura e la verità che l’ha portato alla morte.”