Storia del Partito comunista a Parma

Struttura, istituzioni, società dall’antifascismo alla Bolognina

Questa ricerca si propone di studiare il ruolo svolto dal Pci parmense nell’ambito della storia di Parma della seconda metà del Novecento. Quale contributo diedero i suoi dirigenti e amministratori al governo della città e del territorio provinciale? Quali relazioni riuscì a instaurare il partito con le altre realtà politiche, con le istituzioni economiche, religiose e culturali del parmense? Infine, quali trasformazioni – ideologiche ed organizzative – si trovò ad affrontare?

Queste sono le principali domande di ricerca dalle quali si muoverà per studiare la storia più recente del Partito comunista locale (1943-1991), ancora in larga parte inedita. A partire dalle questioni sopra esposte, numerosi sono i temi e i nodi storiografici che possono essere affrontati in una simile ricerca. Alcuni più di altri – riteniamo – risultano significativi per comprendere i rapporti tra il PCI e la politica e la società parmense.

Certamente non si parte da zero: le specificità della storia politica della Parma “a sinistra”, rispetto all’“Emilia rossa”, sono già emerse in diversi contributi storiografici (in questo senso ultimo punto di riferimento sono gli atti del convegno “Comunisti a Parma”, del 7 novembre 1981, a cura di Fiorenzo Sicuri) ma si concentrano per lo più sul periodo precedente al 1945, sulle loro radici e ragioni strutturali o ancora su alcuni snodi specifici, come le barricate del 1922 o la lotta di Liberazione. Ciò che manca è una riflessione critica su come queste caratteristiche particolari, legate a doppio filo alla storia del territorio, abbiano trovato declinazione in tempi più recenti, su diversi livelli quali le istituzioni amministrative, la struttura organizzativa del partito e le organizzazioni di massa ad esso connesse, radicate nella società parmense. Non secondariamente è ancora necessario integrare, attraverso un continuo dialogo e scambio, la storia del Pci a Parma e provincia con quella del partito a livello regionale e nazionale.

A partire da queste considerazioni, riteniamo di strutturare la ricerca come segue:

Struttura e temi della ricerca

1. I comunisti e la Lotta di Liberazione

Rocco Melegari

La ricerca che inaugura il progetto verte sul primo periodo di vita del Partito comunista, quello della clandestinità nell’antifascismo assunto come momento di preparazione ed esercizio verso la Rivoluzione e verso una “futura umanità” e quello della Resistenza (1943-1945), interpretato come momento della prassi, in cui l’esercizio della militanza praticato negli anni precedenti assume forma concreta nella lotta per la Liberazione dal nazifascismo.

2. Il partito a Parma e nel Parmense: struttura e organizzazione (1945-1968)

Maria Chiara Conti

Questo saggio intende analizzare e ricostruire le peculiarità del partito nel parmense, studiando la composizione degli organismi dirigenti; le peculiarità territoriali, professionali e socio-culturali di militanti e dirigenti periferici; e i mutamenti nelle scelte politiche e degli interlocutori, in tutto l’arco temporale dal 1945 al 1991. Inoltre, è obiettivo del contributo osservare le trasformazioni avvenute nel corso dei decenni attraverso i congressi, la composizione delle segreterie e i vari organismi provinciali e locali del partito. Parallelamente alla descrizione e all’analisi della struttura e dell’organizzazione, verranno sviscerati anche i posizionamenti politico-ideologici e le correnti che attraversano le varie fasi della storia del Pci, locale, regionale e nazionale a un tempo: dal periodo staliniano all’importante conferenza regionale del 1959, dallo snodo del ’68 alla caduta del Muro di Berlino e la dissoluzione dell’Urss.


3. Società in movimento. Il Pci di Parma le sfide della modernità (1968- anni Ottanta)

Calogero Laneri

La società italiana, e parmense, tra anni Settanta e Ottanta, è investita da una serie di fenomeni in larga parte inediti e destabilizzanti rispetto all’ordine tradizionale, che richiedono strategie politiche e strumenti interpretativi attualizzati. L’immigrazione dal sud Italia, nuovi strumenti di comunicazione, come le radio libere; l’emancipazione femminile e i movimenti femministi; le battaglie sui diritti civili, l’ambientalismo, la solidarietà e le questioni sociali (anziani, scuola, disabili, manicomi, brefotrofi, carcere, ecc.), non da ultimo la stagione dei movimenti, che irrompono sulla scena pubblica. Il Pci, come principale formazione politica dell’area di sinistra, si trova a doversi confrontare con le sfide della modernità e a mettere in discussione il suo ruolo prominente nel campo progressista. Nel contributo sarà affrontato l’atteggiamento del partito di Parma di fronte a questi temi, sul piano organizzativo interno e in relazione alle varie anime ma anche nei complessi rapporti, intersezioni, confronto/scontro con il variegato mondo dei movimenti sociali e politici che maturano in città, sia nella loro forma più istituzionale dentro/fuori del partito.

4. Il Pci nelle istituzioni: politiche e governo del territorio

Alessandra Mastrodonato e Salvo Taranto

Nel presente contributo, articolato in due parti (1945-1970 e 1970-1991) si tenterà di ricostruire il ruolo svolto dai comunisti nelle istituzioni locali, nelle politiche e nel governo del territorio, sviluppando le riflessioni con un’attenzione costante al rapporto centro-periferia. Al centro dell’indagine sono il Comune di Parma e i comuni della Provincia, la Provincia, e i loro rapporti con il governo regionale e il Parlamento; ma anche le organizzazioni economiche, industriali, le università e gli ospedali. Le istituzioni amministrative verranno fotografate anche nella loro dimensione internazionale, attraverso pratiche come gemellaggi, manifestazioni, visite ufficiali, proclamazioni e azioni di solidarietà tra i popoli, pertinenti agli aspetti istituzionali ma spesso avviate dal Pci. Più in generale il saggio si interesserà della misura in cui il Partito comunista era presente in questi centri istituzionali e di quali furono le sue modalità di azione, tra alleanze politiche, divergenze e rapporti dialettici nell’organizzazione istituzionale.

5. Studenti e lavoratori: la FGCI Parmense

Domenico Vitale

La ricerca che riguarda la militanza dei giovani nel partito comunista si articola su doppio livello: il primo è incentrato sulle dinamiche interne all’organizzazione giovanile comunista e rapporti con il partito; il secondo livello affronta le relazioni tra FGCI e le altre organizzazioni giovanili democratiche nel parmense, con il movimento studentesco e con le istituzioni del territorio (Università, sindacati, associazionismo) nel corso della seconda metà del secolo scorso.

L’indagine tenterà di fornire uno sguardo complessivo sull’organizzazione giovanile comunista soffermandosi sulle diverse fasi che ne caratterizzarono l’esistenza.

6. Futura umanità

Roberta Mira

Questo particolare lavoro di ricerca intende mettere in risalto i rapporti internazionali che i comunisti di Parma hanno intrattenuto nel corso della seconda metà del ‘900 con città e paesi socialisti (gemellaggi e rapporti economici e culturali), con i movimenti di liberazione e con i movimenti rivoluzionari in tante parti del mondo. Non solo, in questo contesto sarà anche utile affrontare le esperienze nazionali ispirate a mobilitazioni internazionali come i diversi movimenti per la pace (1956 e anni ‘70) e di solidarietà internale.

7. Comunisti in fabbrica.

Marco Minardi

I lavoratori hanno rappresentato la spina dorsale della lotta di Liberazione. Operai e contadini furono la base delle formazioni partigiane (non solo quelle garibaldine) anche nella nostra provincia, unitamente agli studenti e alla piccola borghesia urbana. Una eredità che segnò profondamente la cultura politica del partito nei primi decenni del dopoguerra e caratterizzò i rapporti in fabbrica e nelle officine. Il rilievo che gli operai e il lavoro in fabbrica ebbero nelle scelte del partito, nella conduzione degli organismi sindacali e nelle istituzioni locali fu senza dubbio determinante per la vita e lo sviluppo del PCI anche nel parmense. Fare piena luce sulla reale influenza che operai e fabbriche ebbero nella costruzione e attuazione delle politiche e dei programmi del PCI, nelle diverse fasi della sua storia, contribuirà a meglio comprendere non solo i caratteri specifici del partito parmense, ma permetterà di comprendere con maggiore efficacia il ruolo svolto dal PCI nella difesa del lavoro e nello sviluppo del sistema industriale locale, soprattutto a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta.

8. I comunisti e la lotta nelle campagne

Michele Sabini

A partire dalla lotta di liberazione e soprattutto dal secondo dopoguerra i lavoratori della terra e la piccola proprietà contadina tornarono al centro della politica e della vita sociale ed economica anche nel parmense. Prevalentemente agricola, la provincia di Parma, fin dagli anni Quaranta e Cinquanta, venne attraversata da mobilitazioni e scioperi, ultima stagione di una storia “antica”. Negli anni successivi i fenomeni di inurbamento e l’industrializzazione ridimensioneranno, senza però annullare, l’incidenza del mondo contadino nelle scelte del partito. Una storia, quella del rapporto tra campagna e partito ,che sarà alla base della formazione di tanti amministratori comunisti della provincia e di quadri di partito. La diffusione degli ideali del socialismo e in particolare del comunismo nella sua accezione democratica, rimase a lungo fattore determinante per la costruzione del consenso al PCI nelle campagne, almeno fino alla fine degli anni Sessanta (ma sarà la ricerca a confermarlo o meno).

Appendice

L’affaire Gorreri (Domenico Vitale)

Raccolta fotografica (a cura Isrec)

Raccolta documenti (a cura Isrec)