Viaggio al Confine orientale 2019

Il Viaggio al Confine orientale si è tenuto dal 6 al 9 novembre 2019 e ha coinvolto studenti provienienti dal Liceo "Sanvitale" (capofila); Liceo "Maria Luigia; Liceo "Marconi" e Liceo "Romagnosi"

Ecco il racconto degli studenti:

Visita al memoriale del campo di concentramento italiano di Gonars

Diario di bordo dal confine orientale: campo di Fossoli

Entriamo nel campo, camminiamo sulla terra umida e screpolata. Lentamente ci immergiamo nel racconto della guida che ci illustra il luogo.

Fossoli è stata la prima tappa del nostro viaggio, come lo era per ebrei e oppositori politici nel loro viaggio verso i campi di sterminio .

Quello che oggi resta del vecchio campo di smistamento è solo una piccola parte, che non riesce ad esprimere tutto ciò che è passato per quell'area.

La funzione del campo si è evoluta nel tempo e con essa l’aspetto delle baracche, in un continuo trasformismo.

Dopo il 1945 divenne un centro di raccolta per “stranieri indesiderabili” .

Successivamente divenne Nomadelfia, una comunità di bambini che lavorarono per trasformare il campo in un luogo più adatto alla vita quotidiana.

Infine, fino al 1970, fu un villaggio per i profughi giuliano-dalmati che nonostante la loro presenza nel territorio emiliano per le loro origini vennero inizialmente respinti.

Nella tristezza della deportazione, Primo Levi trova un’ancora nella poesia di Catullo, di cui cita i versi nel “Tramonto di Fossoli”: "i soli tramontano e sorgono, ma, quando la breve luce della vita si spegne, resta per noi solo una notte infinita da dormire."

Questa è la precarietà che si respira a Fossoli: il viaggiatore percepisce la sua condizione di foglia su un albero in autunno, in costante cambiamento.

Ricordare il passato per comprendere il presente, ripercorrere passi già compiuti per non dimenticare, riflettere per non scordare mai che siamo uomini. Tutti quanti. "Soles occidere et redire possunt:

nobis cum semel occidit brevis lux,

nox est perpetua una dormienda." (Catullo, Vivamus mea Lesbia)

Diario di bordo dal confine orientale: castello di Begunje

In seguito a diversi cambiamenti per quanto riguarda il suo utilizzo, il castello di Begunje ha assunto quello di prigione tedesca per detenuti di origine slovena. Nelle celle vengono imprigionate 12000 persone, 900 muoiono e le restanti vengono deportate nei campi di concentramento in Germania. L’aspetto storico- culturale più significativo sono le scritte incise in parte dai prigionieri. Vin sono perlopiù richieste di pace, dediche d’amore e per la famiglia e qualche disegno. A differenza del cimitero, che in un certo senso è una testimonianza impropria, le scritte trasmettono maggiormente quello che i reclusi hanno realmente vissuto e le loro emozioni, che ovviamente erano disperazione e rabbia.

Confrontandoci è emerso che alcuni di noi sono rimasti emotivamente colpiti, soprattutto per le scritte che permettono di immedesimarsi negli ultimi attimi di vita dei detenuti. Altri,invece, non hanno sentito una immediata empatia con il luogo visitato, soprattutto per la mancanza di traduzioni. Si tratta comunque di un tassello fondamentale per capire la storia di questi luoghi.

Diario di bordo al confine orientale: Museo di Storia contemporanea di Lubiana

Immagina di essere trasportato dal tuo paese in un buco.

Non è una metafora per parlare di un luogo astioso e piccolo, è proprio un buco .

Sei in mezzo ai tuoi compagni , non sai più chi è vivo e chi è morto. I topi mangiano le ultime provviste, riescono ad entrare nonostante il filo spinato che circondava l entrata del tuo riparo...

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Immagina di trovarti in un ristorante e sentire un gran frastuono ; sei sedut* col tuo piatto e vedi il tuo bersaglio.

Spari o non spari?

Spari .

Il re è a terra , la regina pure.

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Immagina arrivare al campo e trovare la scritta "a ognuno ciò che si spetta". Immagina ritrovare chi ti ha ucciso davanti a un giudice che non sa quale sarebbe la pena giusta da infliggere e lui che non se ne riconosce colpevole perché eseguiva gli ordini.

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Immagina dopo aver passato la guerra, trovare un partito che esalta la fratellanza e l uguaglianza .

È questa la coerenza degli uomini?

Diario di bordo del confine orientale: le foibe

Foibe un termine per molti sconosciuto racchiude, nei territori del carso, contenuti non solo geologici ma anche storici. Usate inizialmente per la conservazione dei cibi, nel periodo della seconda guerra mondiale sono state le protagoniste di eventi orribili: corpi e armi accatastati insieme in buche profonde decine di kilometri, annullando cosi l'identità di tutti coloro che lí furono lasciati. Ora a conoscenza di questi fatti riflettiamo su come una persona potesse diventare un oggetto agli occhi di coloro che crudelmente segnavano la loro fine, e su cosa scaturiscono in noi tali eventi passati. Emozioni forti, non descrivibili con una semplice parola, vengono suscitati in noi attraverso la vista di questa foiba (di plutone) della quale non riusciamo a vedere la fine; mentre al memoriale degli infoibati di Basavizza le targhe commemorative ci ricordano l'importanza di non dimenticare, in quanto quelle persone, come noi, avevano qualcuno che teneva a loro.